Anche ad Alberobello ci si interroga se le persone sono portatrici non solo di bisogni ma anche di capacità e che è possibile che queste capacità siano messe a disposizione della comunità per contribuire a dare soluzione, insieme con le amministrazioni pubbliche, ai problemi di interesse generale. Parlarne è già un risultato ma la domanda nasce spontanea “Noi Alberobellesi siamo pronti?” La risposta non è assolutamente scontata. Oggi più che mai abbiamo il dovere di provare a rispondere. Perché oggi? Vi sono ragioni endogene ed altre esogene. Alberobello ha acquisito nel tempo un’immagine consapevole di se stessa, del suo potenziale turistico, della sua riconoscibilità internazionale e questa le è riconosciuta anche territorialmente. Nella ricerca “Alberobello…ti piace?” che la Cooperativa di Comunità ha effettuato oltre un anno fa i giudizi che esprimevano i residenti sui servizi, sull’ambiente, sul turismo ecc. erano in generale meno lusinghieri di quelli di che frequentano Alberobello per lavoro o per villeggiatura. Ciò può significare che chi vive ad Alberobello ha aspettative più alte di altri perché comprende meglio, è più sensibile, la delicatezza del suo patrimonio e che l’interesse ad esso non è limitato agli addetti ai lavori del settore turismo ma a tutti i cittadini. I trulli e il paesaggio che li circonda sono “beni comuni”.
Prendo a prestito una definizione che LABSUS Laboratorio per la Sussidiarietà propone nel REGOLAMENTO TIPO SULLA COLLABORAZIONE TRA CITTADINI E AMMINISTRAZIONE PER LA CURA, LA RIGENERAZIONE E LA GESTIONE IN FORMA CONDIVISA DEI BENI COMUNI URBANI approvato in diversi comuni Italiani in cui i “Beni comuni urbani” sono i beni, materiali, immateriali e digitali, che i cittadini e l’Amministrazione riconoscono essere funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali della persona, al benessere individuale e collettivo, all’interesse delle generazioni future, attivandosi di conseguenza nei loro confronti ai sensi dell’art. 118 ultimo comma della Costituzione, per garantirne e migliorarne la fruizione collettiva e condividere con l’amministrazione la responsabilità della loro cura, gestione condivisa o rigenerazione.
Questa definizione presuppone a mio avviso una consapevolezza diffusa e la scelta politica di tendere ad un modello organizzativo definito di “Amministrazione condivisa” che, attuando il principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale, consente a cittadini ed amministrazione di condividere su un piano paritario risorse e responsabilità nell’interesse generale.
La proposta, qui anticipata, che Faber City – Cooperativa di Comunità di Alberobello fa al Sindaco, agli amministratori comunali di tutti i colori politici, alle imprese, alle associazioni, ai cittadini tutti è di attivare un processo che porti ad una amministrazione condivisa nella nostra città. Ciò sia chiaro non toglie all’amministrazione comunale la prerogativa, pro tempore, di amministrare (cioè programmare, gestire, attuare ecc.) ma di farlo garantendo la partecipazione dei cittadini e promuovendo la stessa. Ciò significa anche che il diritto/dovere di critica dei cittadini si può esplicare attraverso azioni e proposte che si devono confrontare con l’interesse collettivo. Attenzione però qui non si sta parlando di una enunciazione di principio, si tratta di scegliere un nuovo modo di interpretare l’amministrazione di un comune, infatti per permettere il raggiungimento degli obiettivi il regolamento propone strumenti per attuare un’amministrazione condivisa. Le Proposte di collaborazione: la manifestazione di interesse, formulata dai cittadini attivi(imprese, associazioni, singoli ecc.), volta a proporre interventi di cura, gestione o rigenerazione dei beni comuni urbani in forma condivisa. L’iniziativa può essere spontanea oppure formulata in risposta ad una proposta dell’amministrazione comunale e i patti di collaborazione: atti mediante il quale il Comune e i cittadini attivi definiscono l’ambito degli interventi di cura, gestione o rigenerazione di beni comuni urbani in forma condivisa.
Parliamo di veri e propri contratti sottoposti a valutazione costante che presuppongono la sostenibilità degli interventi oggetto dei patti. Non esagero col dire che questi possano essere occasioni di lavoro per cittadini alberobellesi e di sviluppo per organizzazioni già costituite.
E qui torna la domanda iniziale “Siamo Pronti?”. Il richiamo alla cittadinanza e nel nostro caso alla alberobellesità, la volontà di curare la conservazione, la manutenzione e l’abbellimento dei beni comuni urbani in forma condivisa producendo capitale sociale, che facilita l’integrazione e rafforza i legami di comunità, è già patrimonio di Alberobello?
Queste domande presuppongono scelte. Il primo passo spetta agli amministratori attuali e prossimi, quelli che si proporranno tra un anno per guidare il comune, in quanto se si sceglie la strada dell’amministrazione condivisa ci si deve necessariamente dotare di regole (il regolamento citato ad esempio) e strumenti, diversamente si fa solo propaganda di cui Alberobello non ha bisogno. Il tema quindi può essere già oggetto di discussione dell’attuale consiglio comunale, fino all’approvazione del suddetto regolamento. L’amministrazione condivisa può essere di aiuto anche alla macchina amministrativa in quanto propone la risoluzione di questioni attraverso concertazioni trasparenti e supera l’attuale indispensabile ricorso a gare e bandi che spesso si rivelano “ferite” sociali. In questo modo, forse, a curarsi di noi potremo essere noi stessi. Ci siamo chiesti perché servizi come l’informagiovani, il centro polivalente in c.da popoleto, l’Ufficio informazioni turistiche, i parcheggi, la gestione dei tributi minori ecc. siano gestite da imprese non alberobellesi? Non mi piace molto il motto “Alberobello agli alberobellesi” ma qualche volta un po’ di campanilismo dovremmo sfoderarlo.
La cooperativa di comunità ritiene che questo sia un tema basilare per la nostra città, anche perché la legge sulla partecipazione è stata definita come priorità anche dalla Regione Puglia e in moltissime città in cui si va al voto tra un mese si discute di questi temi e in alcuni casi il regolamento è stato già approvato. Quindi regaliamoci un regolamento per noi stessi per essere più solidali e innovativi.
Angelo Mariano
Presidente di Faber City Cooperativa di Comunità di Alberobello