Auguri a chi la sera dell’8 gennaio di due anni fa era lì, dopo mesi di ricerche, riunioni, trasferte, raccolta di opinioni, notti insonni, idee, bozze e correzioni, nello studio del notaio, con testa, cuore e tante speranze, a chi ha creduto nel progetto e con spirito di servizio, ha lavorato per realizzarlo…
Auguri a chi ci ha messo mani, impegno, tempo e lavoro, e continua a farlo oggi, nonostante tutte le difficoltà che un’idea così diversa dal “così abbiamo sempre fatto” può portare…
Auguri a chi c’è e a chi ci sarà, perché ogni giorno è quello giusto per cogliere un’opportunità e cambiare le cose…
Auguri a chi trova il tempo di ascoltare, la forza di investire e il coraggio di agire nella piena coscienza della responsabilità di avere tra le mani un’eredità, costruita e tutelata con sudore e orgoglio e che ha il dovere di tramandare quanto meno intatta, se non migliorata!
Auguri anche a chi ha solo criticato da lontano perché possa, anche solo per una volta, scendere in campo, lasciando a casa polemiche e lamentele; a chi, invece, corregge l’operato con spirito fraterno; a chi cerca il proprio spazio senza pretenderlo; a chi lo costruisce accanto a quello di qualcun altro, rispettandolo; a chi propone alternative; a chi ci tiene; a chi ha “imparato a disinnescare” (Perfetti Sconosciuti. Reg. Paolo Genovese); a chi non gioca solo per vincere, raccogliere consensi e “avere ragione”, ma ci mette il cuore e la logica del punto di vista dell’altro, perché sa perfettamente che il lavoro fatto da soli è sicuramente più breve e facile, ma limitato, granitico e immobile, quando, invece, il risultato di un confronto fra tanti e tante competenze è infinitamente più complesso, difficile e lento, ma imprescindibilmente più ricco, creativo, condiviso e quindi Bello!
Auguri a tutti noi, allora, che crediamo, ascoltiamo, operiamo insieme e mai da soli, a noi che semplicemente c’eravamo…e che nel nostro piccolo e/o in altre dimensioni ci siamo ancora e continueremo ad esserci perché nonostante tutto, cerchiamo ogni giorno di realizzare il “bene comune” nell’accezione che Salvatore Settis ha descritto così bene da sembrare quasi un’utopia:
“Bene comune” vuol dire coltivare una visione lungimirante, vuol dire investire sul futuro, vuol dire preoccuparsi della comunità dei cittadini, vuol dire anteporre l’interesse a lungo termine di tutti all’immediato profitto dei pochi, vuol dire prestare prioritaria attenzione ai giovani, alla loro formazione e alle loro necessità. Vuol dire anteporre l’eredità che dobbiamo consegnare alle generazioni future all’istinto primordiale di divorare tutto e subito.
Ogni giorno più numerosi e consapevoli del fatto che sia possibile agire in questo modo, perché l’abbiamo visto fare e lo facciamo e aiutiamo ancora a farlo, l’augurio finale al principio di questo terzo anno di attività è di perseverare nell’Abitare la Bellezza!!!
Buon Compleanno Faber City!
Il Team